Ciao, donPi!

L’incontro con don Piero mi ha cambiato la vita.

Il primo ricordo che ho di lui è di quasi 15 anni fa: pochi giorni dopo il 26 settembre 1997, non avevo neanche vent’anni, abbiamo condiviso un lungo viaggio in macchina, organizzato in fretta per correre sul luogo dove la terra aveva appena tremato, nelle Marche. Alla Caritas di Genova era stato “affidato” un paesino dell’entroterra, vicino a Fabriano: il Cupo. Bisognava capire come organizzare gli aiuti, come gestire l’emergenza… ma quel giorno, e tante altre volte a seguire, sentii don Piero dire che “la cosa più importante, è stare con la gente”. Lui non era lì per organizzare. Lui era lì per condividere.

Da quel giorno abbiamo conosciuto insieme strade e orrori di Guatemala e Salvador, terre martoriate dalla guerra nei Balcani, paesi teatri di terremoti presenti e passati nelle Marche, in Molise e in Friuli, campi di concentramento austriaci e tedeschi… rincorrendo esperienze, tornando in mezzo alla gente, condividendo con loro storie e dolori.

Ricordo la determinazione con cui insisteva nel non voler fare assistenzialismo, ma essere accanto alle persone, provando a restituire loro un po’ di dignità: nei camion carichi di saponi e bagnoschiuma, ecco comparire allora una colomba pasquale o un sacchetto di mandarini invernali per ogni famiglia del campo profughi, perché non si sentissero umiliati, ma omaggiati da qualcuno che semplicemente era lì per fare un pezzo di strada insieme a loro.

La messa celebrata sull’altare dove è stato ucciso monsignor Romero, o su quello improvvisato di un container al posto della chiesa crollata, il volto pensieroso immerso nella preghiera, le sopracciglia in movimento che preannunciano una proposta “inconsueta” nel suo stile, una predica con il mano il quotidiano del giorno, un abbraccio di commiato al ritorno dall’ennesimo viaggio, la sua presenza stanca ma ferma e sorridente nel celebrare il mio matrimonio.. e poi le sue parole, toccanti e sagge, sempre testimoni di profonda umanità e coraggio.. queste immagini e sensazioni mi accompagneranno sempre e, come già hanno fatto in passato, mi cambieranno ancora.

Grazie, donPi!

Daniela (la ragazza di Salisburgo)

Con i sacerdoti

3 Responses to Ciao, donPi!

  1. gianlucatrovati ha detto:

    grazie dani, parole che riassumono l’umanità e la vicinanza del don pi verso tutte quelle persone che gli chiedevano una parola, un aiuto. Non ho avuto la fortuna di fare viaggi con lui ma lo ricordo sempre presente in Monastero, una struttura che ha sempre voluto che fosse vicino alle povertà della città e che ora è uno dei luoghi di riferimento di questa città. Una persona che mi ha dato le parole giuste prima della mia partenza per lo Sri Lanka dove un suo colloquio mi ha dato gli stimoli per non fare assistenzialismo verso le persone che andavo ad incontrare ma dare loro la dignità anche dopo un dramma come quello dello tsunami…

  2. Paolo ha detto:

    Grazie, Dani!

  3. […] Dedicata a Don Piero […]

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